Devasta la tua gabbia!

Ovunque, ogni giorno, moltitudini di persone di ogni età sono condannate in quanto ingestibili ed inadatte alla società e perciò rinchiuse in ogni sorta di galere. Dai reparti psichiatrici ai centri di prima accoglienza, dalle case di riposo ai CIE, dalle prigioni ai campi profughi… Neanche i più giovani fra di noi si sottraggono a questo trattamento: Établissements Pénitentiaires pour Mineurs, Centres Éducatifs Fermés, Établissements de Réinsertion Scolaire, Centres Éducatifs Renforcés [sono tutti istituti per minori – dai tredici anni in su – “disadattati”; si va dai veri e propri riformatori ai centri di affidamento – molti sono di recentissima apertura; NdT], case di accoglienza per minorenni “delinquenti”; tutti gestiti indifferentemente dal Ministero dell’Istruzione, dall’Amministrazione penitenziaria, dalla Protection Judiciaire de la Jeunesse (PJJ) [Protezione Giudiziaria della Gioventù – ente del Ministero della Giustizia; NdT] dalla DDASS [Direction départementale des Affaires sanitaires et sociales – direzione dipartimentale degli affari sanitari e sociali; NdT] o dalla Chiesa. Lungi dal costituire una misura eccezionale, l’imprigionamento é già parte integrante del processo educativo e normativo, il cui fine é formare gli individui perché diventino cittadini, collaboratori della polizia, soldati fra gli altri soldati del grande esercito del lavoro, domestici al servizio dei ricchi, etc. In ogni caso, schiavi.

Già a scuola troviamo i consigli disciplinari, le sanzioni e le punizioni, le esclusioni, le pagelle, i sorveglianti, la carota ed il bastone, gli infami, le ore di lavoro aggiuntivo come punizione, la gerarchia, la morale, le grate, le telecamere e gli altoparlanti. La falsa opposizione che vorrebbero farci accettare, fra educazione ed imprigionamento dei minori, tra scuole e prigioni per giovani, non é che uno specchietto per allodole ideologico, vitale al buon funzionamento della pacificazione democratica e capitalista. Istruzione e repressione sono le due facce dello stesso addomesticamento sociale.

Non c’è nulla da stupirsi se, di fronte al cupo orizzonte imposto dalla potenza normativa di questa pedagogia autoritaria, ci sono degli individui refrattari ad essere messi in riga. È quanto successo, ma si tratta di un esempio fra molti altri, nel maggio 2011, alla prigione per minorenni (EPM) di Lavaur (nel Tarn), dove quasi tutti i detenuti si sono ribellati ed hanno cominciato a distruggere rabbiosamente la propria gabbia. Due mesi più tardi, un gruppo di persone, fuori, ha deciso, come gesto di solidarietà con questa rivolta dentro, di andare a devastare gli uffici della PJJ (che gestisce la prigione, insieme con l’Amministrazione Penitenziaria), in modo da rendere loro un po’ della loro violenza.

Come risposta, il 15 novembre, gli scagnozzi del potere hanno perquisito e devastato diverse abitazioni a Tolosa, alla ricerca degli autori di questa visita distruttiva. Nel quadro delle indagini, quattro persone sono state incarcerate. Che esse siano innocenti o colpevoli è l’ultima delle nostre preoccupazioni, è evidente che il potere ha voluto colpire persone note per aver già manifestato la propria ostilità nei confronti di questo sistema di morte. L’importante è continuare la lotta, quella dei giovani rinchiusi così come quella di coloro i quali tentano di propagarla all’esterno. L’importante è distruggere questa società che ha bisogno d’imprigionare.

FUOCO A TUTTE LE PRIGIONI!
SOLIDARIETA’ CON I RIBELLI DELLA PRIGIONE SOCIALE,
DENTRO E FUORI.

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